Sono passati meno di tre mesi dal mio atterraggio in questa terra di pazzi e sono gia’ la versione in HD di quello che era partito dall’Italia ad inizio 2010.
Dopo le andamane io e michele siamo andati a varanasi. era un mese che gli raccontavo dei tafferugli che scoppiano fra indiani ogni volta salgono su di un treno (sto parlando della general class,dove gli stranieri non montano.
E invece alla stazione di kolkata abbiamo visto una scena irreale: una folla di indiani in fila per due scortata dalla polizia per montare sul treno, su ogni treno. e sto parlando di decine di treni alla volta. e’ vero che cercavano di saltare la fila ma a son di randellate la polizia (hanno uno sfollagente di canna di bambu’ e lo usano molto spesso),li rimetteva in riga. c’era anche Pippa con noi, ha detto di non aver mai visto una cosa del genere.
la mattina dopo, arrivati a varanasi siamo montati su un tuc tuc dicendo la guest house dove VOLEVAMO andare(e’ una famiglia di bramini tipo famiglia adams). partiamo, traffico della madonna rischiamo di investirci una decina di volte(qua e’ la prassi). a un certo punto pippa si comincia a incazzare col tipo: (stavamo andando dalla parte opposta). il tipo comincia a dire che la nostra guest house e’ chiusa e altre 2mila stronzate classiche dei tassisti di varanasi. la pippa si incazza ancora di piu’ e comincia a parlare in hindi. parlano concitamente in mezzo al traffico, il tipo guida e litiga non cagando la strada, io e michelone siamo pressati fra bagagli e altra gente e 3-4 anatre . a un certo punto il tipo del tuc tuc si ferma da un poliziotto(forse suo amico). la pippa si incazza ancora di piu’ e alla fine(ma dopo un po’) il poliziotto gli da ragione e il tipo del tuc tuc ci porta (quasi) dove vogliamo. riusciamo ad arrivare all’albergo e poi incontriamo luca, un tipo di bergamo che sembra lucio dalla, gandhi e il soldato joker di fullmetaljacket tuttassieme. e’ un reduce della somalia, ricoverato in psichiatria e poi diventato di sinistra ma con convinzioni un po’ piu’ dalla parte oppposta(troppo difficile spiegare la sua psiche ci vorrebbe un cassetto di lauree). lo abbiamo conosciuto alle andamane e ci ritroviamo davanti al posto dove bruciano gli indu’, uno dei due ghat principali). mangiamo insieme tutti e 4 e io sono semi-orgoglioso di portarli in un ristorante che abbiamo scovato io e radames dove si mangia davvero bene.
la mattina dopo, verso le 4-5 di mattina mi sveglio di botto e cerco di correre in bagno. la guest house dei bramini della pippa e‘ piena sicche’ io e michelone dormiamo in due lettini distanziati da un metro al massimo. la corsa verso il bagno si scontra con la nostra stanza chiusa a chiave. non riesco ad aprirla e mi scappa una vomitata che va addosso, in parte, a michelone. apro la porta arrivo in bagno e..insomma 48ore di luiqidi che escono ovunque(a parlare di india si finisce inevitabilmente a parlare anche di merda)
dopo 3 giorni ci si comincia(io) a riprendere, ma prendiamo il bimixin e michelone non fa altro che lamentarsi e fumare e poi dire che e’ debole e poi rifumare e poi dire che si sente malato:insomma due coglioni enormi.(pero’ per la vomitata e’ stato bravo ha pure pulito in terra e non mi ha nemmeno insultato).
rimaniamo a varanasi mi sembra 5 giorni, dopo 2 giorni la pippa parte per delhi noi nel frattempo ci siamo trasferiti con luca nella guest del bramino.
varanasi e’ decisamente piu’ bella (e meno malsana)quando e’ fredddo ma e’ cosi’ spudoratamente sudicia che dopo un po’ si decide di spostarsi verso riccikesh, dove il 15 marzo ci sara’ il kumbh mela) i treni diretti sono tutti pieni e allora dobbiamo arrivare fino a delhi(15 ore di treno) e poi proseguire con l’autobus(7ore). nel viaggio notturno verso delhi non riesco a dormire e quando ce la faccio a prendere sonno, luca mi punta forte un dito fra le costole, mi giro di scatto(sono sdraiato su un sedile a 1metro e mezzo di altezza) e lui e a 10 centimetri da me e mi dice :VOGLIO LA TUA ACQUA.STUPIDA TROIETTA..
mi ha fatto una rabbia cosi’ forte che gli ho dato un ceffone in piena faccia con molta piu’ forza di quello che avrei voluto fare. lui mi guarda impassibile e mi dice, non ho piu’ sete mi faccio un pisolino. si sdraia di fronte a me e dopo un po’ comincia a bofonchiare che sono un violento e che ;la gente come me andrebbe bruciata viva, ma sempre con un tono di voce non agitato. dentro di me penso:eco, ora appena mi addormento mi da’ una coltellata. non dormo fino a delhi. lui se ne va per i fatti suoi mandandoci a fan culo e noi proseguiamo per riccikesh.viaggio di merda col pulman e poi un altro pulman e poi un riscio’ con tutti che provano a venderti qualcosa.arriviamo, tutte le guest house sono piene, ne troviamo una pagandola 5 volte piu’ del solito e promettendo di andare via la mattina dopo. il posto e’ bello ma michele e’ nervoso per via della mariella e io mi sento in colpa per luca. dopo un po’ lo chiamo gli chiedo scusa e lui ci dice che arrivera’ da
noi il giorno dopo. luca viaggia sempre in general class(anche per spostamenti di 30 ore) e con noi era montato perche’ si era liberato un posto all’ultimo momento). il giorno dopo ci raggiunge e troviamo una stanza piu’ economica ma con un lettone solo, lui dorme in terra e paga meno di noi(proposta sua,ben accolta da noi). la mattina mi alzo presto e mi piace girare da solo, vado a vedere l’ashram dove i beatles hanno suonato negli anni 60, che adesso e’ abbandonato, ma a me piace molto cosi’ anche perche’ e’ circondato di scimmie fra cui quelle bianche e nere che in inglese si chiamano black mouth monkey, piu’ socievoli e meno stronze dei macachi dal culo rosso. il il kumbha inizia il 15 e io me ne vado il 14. decido cosi’ per due motivi: ho conosciuto un sikh che mi ha parlato di amristar e ho voglia di andarci prima possibile e poi dopo il kumbha la citta’ rimarra’ bloccata per giorni e io ho un mese e poco piu’ di tempo e voglio vedere un altro po’
di posti. allora alle 2 del pomeriggio parto dalla guest house. esco sulla strada e fuori c’e’ IL MONDO. ci metto quasi un ora per fare 500 metri (con lo zaino e tutto il resto) e ce la faccio a raggiungere il ponte che mi porta alla strada. non voglio entrare troppo nei particolari ma per spostarmi di una 15ina di chilometri ci ho messo ore di tempo e anni di vita. Un odissea
ho raggiunto la stazione del bus e nessuno voleva andare verso haridwar(e’ li’ che avevo il treno)perche’ tutti venivano da la e andavano a Riccik c’era solo una cinquantina di persone che dovevano andare dove dovevo andare io(nessun turista). Ci mettevano su un pulman tutti ammassati, poi urlavano un;altra destinazione e dovevamo scendere velocemente dal pulman, mentre altra gente montava sul pulman mentre scendevamo, forse non mi spiego bene ma all’entrata del pulman c’erano due flussi di persone, chi lottava per entrare, chi lottava per uscire, contemporaneamente. Con la porta aperta del bus che fungeva da epicentro della rissa.Questo allegro giochino ce lo hanno fatto almeno 5 volte. usavo lo zaino grande come ariete per uscire dal pulman mettendomelo davanti, e lo tenevo dietro per farmi largo quando dovevo entrare. alla fine siamo partiti, strade bloccate, sentieri secondari su terra battutta e argilla, finestrini aperti ,avevo sete. Il pulman mi ha finalmente lasciato a 3 km dalla stazione all’inizio di un ponte lunghissimo e enorme. mi sono sentito un eroe , ce l’avevo fatta, non avrei perso il treno. ho cominciato a percorrere sto ponte da solo e poi in lontananza ho visto un enorme muro colorato di persone che mi veniva incontro. erano i pellegrini che mi venivano incontro. c’era la cnn, un milione di telecamere professionali,giornalisti, un carrozzone intorno a sadu, a santoni nudi con pesi legati alle palle, mistici occidentali che giocavano a fare gli illuminati, storpi,turisti, insomma un enorme bordello di gente. nno e’ stato facile violare quel muro chilometrico e in diversi momenti mi sono sentito piu’
io l’attrazione del momento che tutti loro. i turisti mi vedevano pieno di bagagli e ridevano e mi hanno fatto un sacco di foto, pure un giornalista mi ha bofonchiato qualcosa e ho conytinuato a camminare. alla fine ho preso il treno alle 10passate di sera e ho viaggiato in un vagone con solo un paio di persone, tutte e due sikh.
la mattina presto sono dove volevo. prendo un riscio’ e il tipo non mi spara la solita cifra assura ma me ne propone una onesta. mi porta al golden temple. trovo subito gli alloggi e mi danno subito un letto. il palazzo e’ molto grande e c’e’ pure l’acqua calda. e’ molto bella l’atmosfera qui, e si percepisce molta spiritualita’ il tempio e’ molto grande e ha un lago artificiale nel mezzo con una cupola d’oro che rappresenta un fiore di loto rovesciato. non si puo’ fumare, ne portare tabacco o droghe, bisogna togliersi le scarpe e coprirsi la testa. c’e’ una mensa enorme all’interno che lavora 24ore su 24,danno da mangiare a cnhe a 40mila persone al giorno. all’inizio non riesco ad accedere alla mensa perche’ c’e un casino della madonna e rimango a girottolare all’interno della struttuta. e’ tutto di marmo e a parte la cupola d’ora non c’e’ nulla di stucchevole,ne’ opulento e si sta davvero bene. i sikh sono molto fieri di se stessi ma anche molto
cordiali col prossimo(di solito). non si tagliano ne’ barba, ne capelli’ portano un foulard enorme arrotolato a turbante, un coltello sacro, un pettine sacro e non bevono ne’ fumano mai! la loro religione e’ nata verso il quinto secolo dopo cristo come protesta verso la religione induista. credono nella reincarnazione ma non nelle caste, non credono al blocco delle rinascite(se muori a varanasi per gli indu’ non ti rincarni e sei libero), e sopratutto credono nella fratellanza di ogniessere umano di ogni credo o nazione. nei secoli sono stati perseguitati molto perche’ minoranza e perche’ forse troppo onesti per questo mondo. si sono ripresi la rivincita pochi anni fa: e’ un sikh adesso il premier indiano! nel tempio si sentono canti e preghiere dagli autoparlanti a ciclo continuo, un misto di musica da minareti e canti appassionati,mai stucchevole, quasi a cullarti. recitano questo libro, che non so come si chiama ma per loro e’ DIO, lo venerano come
tale ed e’ stato scritto dal primo guru che ha fondato questa religione.ogni mattina alle 4 e mezzo trasportano questo libro con una cerimonia molto bella e sentita e lo portano nel tempio centrale, quello d’oro. mi appassiono molto a tutto questo e la sera riesco ad arrivare in mensa: faccio fila e spintoni, ma molto meno del solito. mi danno un piatto d’acciaio, un cucchiaio e un bicchiere d’acciaio anche lui, ma in 3 momenti diversi, tipo catering industriale. mi metto a sedere su delle stuoie di canapa lunghissime, non so quanti siamo ma e’ un bel po’ di gente e sono quasi le 11 di sera(tardissimo in india)passa un tipo col secchio e distribuisce una zuppa di lenticchie.teniamo tutti il paitto in terra, lui fa tutto in modo sbrigativo ma non versa una goccia, poi un.altro porta riso al cocco, un’altro ancora ghapati e un altro patate al curry. un ‘altro porta da bere. mangiamo tutti insieme,sono l’unico occidentale ma nessuno mi guarda incuriosito,
ne’ astioso. sono come gli altri. vado a dormire e la mattina dopo conosco un brasiliano. e’ simpatico ma non so se fidarmi, i brasiliani in viaggio sono dei furboni. facciamo un giro insieme e mi fermo a comprare il foulard che fa da turbante. il tipo e’ molto onesto e me ne taglia uno della lunghezza giusta:5metri. me lo lega intorno, e’ un momento molto bello e me lo godo tutto. appena uscito dal negozio vedo subito che adesso la gente si interessa a me e tutti sono molto gordiali e mi stringono la mano e mi chiedono di fare foto.non contento mi compro anche un coltello come loro con scritto singh(leone) con la corda da mettere attaccata alla spalla. passeggio col brasiliano e usciamo fuori dalla zona del tempio per fumare una sigaretta. errore, grave errore. mi sento strattonare forte la corda del coltello e sento che la gente si scalda. un vecchietto mi fa levare malamente il coltello e lo prende co nforza. tira fuori il suo e me lo brandisce
davanti.
capisco subito che non mi vuole accoltellare e che e.’ un gesto plateale per farsi capire(non parla una parola di inglese), ma mi fa paura la gente che si agita intorno a due. butto in terra la sigaretta e compro una bottiglia d’acqua a una bancarella a due metri da me. la faccio aprire dal brasiliano e me ne faccio rovesciare un po’ sulle mani. un secondo prima ho tirato fuori i lpacchetto di sigarette e l’ho schiacciato col piede in maniera plateale ma ossequiosa.dopo essermi lavato le mani abbasso il capo davanti al vecchietto e mi chino verso di lui(e’ molto basso e quasi mi metto in ginocchio. lui continua a bronytolare ma e’ piu’ tranquillo e an che la gente si calma. mi fa capire che il coltello e’ sacro e che se voglio fare il coglione mistico devo andare da un’altra parte,perche’ qua c’e’ gente seria. tutto questo me lo dice nella sua lingua ma io lo capisco perfettamente.alla fine arriva un poliziotto sikh che se ne era stato un po’ in
disparte e mi guarda serio ma non troppo e mi dice di non farlo piu’. e’ successo due giorni fa e non ho piu’ fumato niente da quel momento. tornando al tempio, poso il coltello ma il turbante lo lascio e c’e’ molta felicita’ da parte di chi mi vede, mi sento molto apperzzatto, mi sento accolto. se stassi un po’ di tempo qua credo che mi intripperei seriamente con questa religione ed e’ anche per questo motivo che domani mi sposto. anche se qua ho passato dei momenti bellissimi, non trovero’ ccerto le risposte che cerco, anche se da oggi se qualcuno mi chiedera’ la mia religione rispondero:”animista ma simpatizzante sikh”.